L’impatto della pandemia sulle attività produttive è drammatico. Occorre liquidità immediata da assegnare con criteri precisi per sostenere le imprese, senza escludere nessuno. In Sicilia ci sono 72mila imprese artigiane registrate che danno lavoro a 125mila persone. Di queste, 15mila sono sono associate a Confartigianato, con 35mila occupati.
Da marzo scorso, si è registrato un calo del fatturato tra il 10 e il 50 per cento. Nel 2020 sono state costrette a chiudere quasi 4mila imprese artigiane. L’export è in forte calo e il made in Sicilia ha registrato un calo del 13,2%. È necessario sbloccare i ristori per dare ossigeno agli imprenditori.
Nel documento, sono evidenziate le priorità che il governo regionale deve darsi per consentire al tessuto imprenditoriale artigiano siciliano di ripartire, dando la giusta dignità e il giusto riconoscimento al sistema delle micro e piccole imprese a valore artigiano.
- RISTORI. Urge una manovra specifica (circa 500 mln) per i ristori alle imprese siciliane, senza distinzioni di codici Ateco (criterio che lascia senza aiuto alcune aziende), basati sulle perdita di fatturato (rispetto al periodo preCovid) e sui costi fissi che hanno sostenuto le imprese. E ancora, sostegno alle start-up finora escluse da qualsiasi ragionamento in termini di ristori. A tale scopo, tra i fondi utilizzabili, ricordiamo quelli di Agenda urbana per la parte di risorse non utilizzate dalle autorità urbane siciliane ed i fondi Poc.
- CRIAS. Accelerare l’iter per sbloccare i 40 milioni del Fondo per la ripresa artigiani, gestito dalla Crias (art. 10 commi 9 e 10 legge finanziaria regionale 2020). Dare esecuzioni velocemente alle delibere Crias già approvate (svariate somme non assegnate per mancanza di fondi dell’ente).
- FONDO ARTIGIANI. Utilizzare i fondi statali del decentramento amministrativo destinati agli artigiani (D.l. 184/2020), al più presto, senza ricorrere a bandi pubblici e avvalendosi di Artigiancassa come service, avendo già questo ente comprovata esperienza nella gestione di incentivi pubblici alle imprese.
- ZES. Occorre avviare immediatamente le Zes per far godere le nostre imprese dei benefici previsti. La Sicilia ha due Zes che coprono circa 6 mila ettari di territorio, utili per il sistema produttivo siciliano. Tra i vantaggi per le imprese lì insistenti, ci sono il credito d’imposta sugli investimenti fino a 50 milioni, semplificazioni amministrative, nonché agevolazioni delle risorse previste dalla programmazione comunitaria.
- INTERLOCUZIONE STATO REGIONE. Rendere operativa la defiscalizzazione e la decontribuzione sul costo del lavoro per tutto il 2020/2021. Strumento questo per mantenere i livelli occupazionali dopo lo sblocco dei licenziamenti al 31 marzo. E ancora, occorre semplificare e sburocratizzare, snellendo la mole di costosi e inutili adempimenti normativi e burocratici, che pesa sulla competitività delle imprese. Chiediamo anche una maggiore copertura del fondo perequativo degli enti locali per contenere la pressione fiscale locale.