Dal mercato immobiliare italiano provengono alcuni segnali di incertezza che indeboliscono la ripresa, sintetizzati da prezzi ancora stagnanti e rallentamento della dinamica delle compravendite. L’analisi dei dati Eurostat pubblicati la scorsa settimana evidenzia che al quarto trimestre 2017 i prezzi delle abitazioni in Eurozona salgono del 4,2%, migliorando il +4,0% del trimestre precedente. L’Italia è l’unico paese europeo ancora in deflazione per abitazioni, con il relativo indice dei prezzi che cala dello -0,3%, in leggero miglioramento rispetto al -0,8% registrato nel III trimestre 2017. Come evidenziato in una analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Marche pubblicata nei giorni scorsi, la dinamica dei prezzi in Italia è trainata in territorio negativo dalla diminuzione dell’indice di prezzo delle abitazioni esistenti (-0,5%, in rallentamento rispetto al -1,3% del trimestre precedente), mentre risulta stazionario quello delle abitazioni nuove (era +0,5% nel III trimestre 2017). A fronte del ristagno dei prezzi, nel 2017 il volume delle compravendite del residenziale sale del 4,9% in rallentamento rispetto al +18,6% del 2016 e al +7,4% del 2015. Crescita più debole per le abitazioni dei capoluoghi di provincia (+4,4%) rispetto il resto del territorio (+5,2%). Nei capoluoghi di provincia si concentra poco più di un terzo (34,4%) delle compravendite. L’analisi per regione evidenzia il maggiore dinamismo delle compravendite in Campania con un aumento dell’8,1%, di cui +7,1% per i capoluoghi di provincia e 8,5% per non capoluoghi, seguono Calabria con +6,5%, di cui +6,2% per i capoluoghi e +6,6% per non capoluoghi, Toscana con +6,1%, di cui +5,6% per i capoluoghi ia e +6,5% per non capoluoghi, Sardegna con +6,1%, di cui 5,1% per i capoluoghi e +6,5% per non capoluoghi e Puglia con +6,0% di cui +6,1% per i capoluoghi e +6,0% per non capoluoghi. Il mercato immobiliare segna un trend negativo in due regioni colpite dal terremoto del 2016: nelle Marche con compravendite a -0,1% risultato di un -1,5% per i capoluoghi di provincia e +0,3 per non capoluoghi e Umbria con -1,3%, di cui -2,4% per i capoluoghi di prov
Condividi questa notizia