Decreto Assessoriale 5 marzo 2018 – Nuove disposizioni relative all’attività di panificazione e revoca del decreto 10 ottobre 2017. Sulla Gazzetta Ufficiale Regionale dello scorso venerdì 16 marzo è stato pubblicato il D.A. di cui all’oggetto che revoca il tanto contestato documento dello scorso ottobre 2017 a suo tempo adottato dall’Assessore Lo Bello.
Confuso, pasticciato e peggiorativo questo nuovo documento che revoca il precedente decreto.
Questo il primo commento a caldo leggendo la norma pubblicata; infatti non si capisce la ratio con il quale l’Assessore alle AA.PP. a cui ripetutamente abbiamo evidenziato, congiuntamente alle altre organizzazioni, che la norma emanata ad ottobre violava le disposizioni normative sulle liberalizzazioni e, nel merito, favoriva sia il proliferare dell’ abusivismo sia di concorrenza sleale a vantaggio della media e
grande distribuzione.
In sintesi di seguito i punti salienti e gli effetti – CONFUSI – della nuova norma:
a) Se l’attuale art. 2 al comma 1) dispone che la panificazione è vietata un giorno alla settimana comprensiva di chiusura domenicale nella prima e terza domenica del mese, il successivo comma 2) affida alla concertazione tra Sindaci ed organizzazioni maggiormente appresentative dei panificatori la possibilità di sostituire le giornate di cui al comma 1 e disporre nuova turnazione. (Che fine faranno adesso le ordinanze dei Sindaci che hanno provveduto a disporre le turnazioni nei loro Comuni?)
b) L’art. 3 invece riprende quanto disposto dalla precedente norma. Non viene previsto nessun periodo transitorio in cui vengono salvaguardate nuove istanze d’apertura alle aziende del settore, anche nella considerazione che quanto previsto al comma 1) non è attuabile alcun corso di formazione sulla panificazione in quanto manca il piano formativo e la relativa figura nel repertorio dei profili professionali. Ci siamo, con la presente, soffermati agli aspetti più eclatanti e discutibili del documento emanato dall’Assessore Turano al quale venerdì pomeriggio Confartigianato ha apertamente disconosciuto e contestato il nuovo decreto, unitamente alle altre organizzazioni.